martedì 27 novembre 2007

Scirocco, the day after

Sono giornate come ieri che mi fanno rinnamorare del surf.
Quando le carte preannunciano l'arrivo di una perturbazione, di una mareggiata, delle onde, stiamo giorni e giorni a programmare orari e impegni, a cercare incastri impossibili tra lavoro e impegni famigliari, a ritagliare ore di permesso da giorni di lavoro impegnatissimi e, soprattutto, a crearci delle aspettative che, puntualmente, vengono disattese.
Se invece le onde le scorgi di sfuggita dal finestrino dell'auto mentre accompagni tua figlia all'asilo, o una telefonata improvvisa mentre stavi andando a pranzo ti fa catapultare al mare a digiuno con la tavola legata sul tettino alla meno peggio, le aspettative stanno a zero e qualsiasi cosa arrivi va di molto oltre ogni speranza.
Le ore trascorse ieri in acqua davanti all'hotel bianco con pochi amici sono le più intense che conservi la mia memoria a breve termine. Ore e ore di lunghe barre d'acqua "altezza vita" hanno cancellato ogni amarezza per questo autunno avaro di onde, assopendo ogni bisogno fisico "secondario" al surf: la fame, la stanchezza e, non ultimo, il dolore al maledetto callo sul piede sinistro consumato a furia di partenze "svogliate" su quelle lunghe pareti d'acqua. Circa un'ora prima del tramonto, quando il crepuscolo ha spento la termica da nordovest che sporcava leggermente le onde nel pomeriggio, un sorriso ebete ci si è stampato sul viso, la nebbia dietro alle colline si è colorata di lilla e la superficie dell'acqua è diventata un tutt'uno col cielo... Ora, ripensando al tramonto di ieri, lo stesso sorriso mi accende il viso.
Fa'
grazie per quella telefonata...

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