giovedì 20 settembre 2007

Oggi è un altro giorno

Dal diario di Paolo Cadoli
Mercoledì 19 settembre 2007
Come tutte le mattine, mi sveglio presto per andare al lavoro, ma oggi è un altro giorno, niente lavoro, si va al mare. Un bacio a mia moglie e uno al mio Mattia, che cresce in fretta e ama il mare come me.
Esco veloce, carico tutto in macchina e parto.
Ancora è buio fuori ma distinguo le barre dell’Ideale, la bolla rompe liscia, ma oggi è un altro giorno e io cerco di meglio. Rompe anche il Marangone ma è un po’ storto, quindi mi dirigo a Santa. Do un’occhiata a Off ma il mare è grosso e impraticabile, tanta schiuma e poca parete.
Mi sposto a Banzai. Il parcheggio è già pieno, la destra rompe altezza testa e Lucio sta già rovinando il lip col suo long, in mezzo ad altre venti persone. Decido di entrare a sx. Anche se l’onda è più piccola della destra, si srotola fino alla risacca della Toscana. In genere sarei entrato di corsa ma oggi è un altro giorno, perciò mi cambio con calma, faccio addirittura un bel po’ di stretching e poi entro.
Ci sono quattro o cinque persone sul picco, un paio di amici e un paio mai visti. Ci si saluta contenti, mentre un’alba rosa illumina la scena. La misura è alla spalla, non troppo liscio, il vento è leggero da sud. Si comincia con l’andirivieni. L’onda è molto lunga e permette molte manovre, mette a dura prova le mie spalle, ma oggi è un altro giorno e io sono in forma. Il mare cresce, alcune serie sono alla testa, alcune over, il sole ci riscalda e la temperatura dell’acqua è gradevole. Arrivano le serie grosse e qualcuno lascia la tavola, vizio che non perdono. Con cortesia e i dovuti modi gli faccio notare lo sbaglio e, dopo essersi scusato, si sposta dal picco… Oggi è proprio un altro giorno…
Sto in acqua fino alle dieci. Tante belle onde ma il fisico necessita di energia. Altre volte sarei rimasto in acqua fino allo sfinimento ma oggi è un altro giorno, ho tutto il tempo che voglio, perciò esco, mi prendo un bel gelato e mi siedo al sole a guardare le onde.
Mi vengono in mente tutte le persone che grazie al surf ho conosciuto, tutti i posti che ho visto, tutti quelli che “ma in Italia mica ci sono le onde come in America”, i pischelli che vengono in spiaggia con la bici e la tavola sotto il braccio, quelli che non surfano più, quelli che non ci sono più… Ieri, quattro anni fa, se ne andava in silenzio mio fratello. Non faceva surf ma amava il mare e viaggiare, e quando ci vedevamo mi raccontava di posti lontani e di onde viste. Lo porto sempre con me, dentro di me, e quel bacio che lancio al cielo ogni volta prima di entrare in acqua è per lui, per quella stella che da lassù mi guida e mi protegge.
Mi sono ricaricato ed è ora di rientrare. Un bacio al cielo e ancora tante onde, ancora tante sensazioni uniche, tanti momenti che non si dimenticano, fino all’onda successiva, fino a quando non vivrò un altro giorno come questo.
Perchè oggi è proprio un altro giorno.
Paolo

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